Ultimo aggiornamento 13 Dicembre 2019 - 19:27
Feb 23, 2014 Redazione Spettacolo 0
Con la serata di ieri, si è chiuso il 64° Festival di Sanremo. Un’edizione che non può lasciare spazio a troppi elogi. E con il record negativo di ascolto fermo a una media del 39.32% su cinque serata, il bilancio non può essere roseo.
L’appuntamento televisivo che un tempo polarizzava l’attenzione di tutti per i suoi contenuti glamour, per le celebrità che calcavano quel palco e per tutti gli immancabili colpi di scena, casuali o voluti che fossero, quest’anno si è contraddistinto solo per il suo inizio. A movimentare infatti l’evento ci sono state solo le urla e le grida con cui è cominciato. Poi la calma piatta.
Fazio non ha lasciato il segno, nonostante si sia impegnato per portare sul palco ospiti insoliti, non i soliti nomi. La Littizzetto si è confermata con i suoi pregi e i suoi difetti, ma anche lei non ha colpito se non per il suo eccezionale monologo sulla bellezza. Il direttore di RaiUno, Giancarlo Leone, tenta di addolcire la pillola quando dice che “in termini assoluti il Festival con 10 milioni di telespettatori è stato un successo”, oppure quando dice che “non bisogna pensare in termini di numeri ma di qualità”. Ma c’è stata davvero questa tanto decantata qualità?
Per quanto riguarda la gara canora, nessuna canzone sembra aver spiccato rispetto alle altre e nessuna voce sembra aver emozionato. La paura invece è che la maggior parte dei brani possa finire nella stanza del dimenticatoio insieme purtroppo a tante altre canzoni sanremesi.
Tra i cantanti in gara nessuno ha stupito. Agli occhi di molti è sembrata più una vetrina per poter sponsorizzare i cd in uscita subito dopo Sanremo. Il tema del Festival poi, la bellezza, non si è riflesso su nessuna canzone. Sarà per questo che, come dimostrano i dati degli ascolti, molti avranno cambiato canale a metà serata.
La canzone vincente, a sorpresa, è risultata “Controvento” di Arisa anche se, a dirla tutta, convinceva molto di più “La notte” con cui la cantante si piazzò seconda due anni fa a Sanremo. Peccato per Renga, dato per favorito, sebbene il testo della sua canzone sembrava cucito addosso più per la sua autrice, Elisa, che per lui stesso. Curioso il crescente successo di Renzo Rubino che ha giocato un campionato tutto suo e che ha trovato il consenso popolare per la seconda volta: anche l’anno scorso convinse il pubblico.
Probabilmente il Festival sarà tornato utile ad alcuni cantanti che sono tornati a far parlare di loro dopo anni di silenzio: è stato così per Giusy Ferreri la cui canzone però non sembrava adatta a lei né tanto meno risaltava le sue qualità vocali.
Resta da citare un pezzo che secondo molti risentiremo spesso, un brano dal significato profondo e anche per questo premiato dalla critica per il miglior testo. E’ quello di Cristiano De Andrè, un ragazzo che, dopo alti e bassi, ha saputo farsi strada, nonostante il peso del suo nome così importante.
Le radio ci faranno ascoltare invece i Perturbazione, Noemi, Giusy Ferreri, brani orecchiabili quanto dimenticabili in fretta.
Valeria Santucci
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