Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Mar 29, 2018 Redazione Ambiente 0
Una buona opportunità che le amministrazioni locali non possono lasciarsi sfuggire per affrontare una problematica particolarmente delicata e largamente diffusa sul territorio regionale
La Giunta regionale della Puglia ha approvato, nell’ultima seduta di martedì scorso, un avviso finalizzato a concedere ai Comuni pugliesi contributi economici per la rimozione, il trasporto e il conferimento in impianto autorizzato di manufatti contenenti amianto presenti nei fabbricati e negli immobili di proprietà privata.
Si tratta di una iniziativa molto importante per la salvaguardia della salute pubblica, in ragione dei ben noti pericoli connessi alla presenza sul territorio regionale di questo materiale del quale si è fatto largo uso nell’attività edilizia soprattutto negli anni ’60 e ’70, sino almeno alla metà degli anni ’80, quando iniziarono a diffondersi i primi dati sugli effetti nocivi di questa sostanza.
Nella legge di stabilità regionale 2018 (l.r. 29 dicembre 2017, n. 67), la Regione Puglia ha stanziato 3 milioni di euro in favore dei Comuni al fine di sostenerli finanziariamente nell’attività di decontaminazione, smaltimento e bonifica dell’amianto, anche a seguito delle numerose richieste che pervenivano dai territori (a dimostrazione di una accresciuta sensibilità dei cittadini e degli amministratori locali verso le tematiche ambientali) per procedere con la dismissione in sicurezza di manufatti potenzialmente pericolosi e cancerogeni.
Nei prossimi giorni, pertanto, sarà pubblicato l’Avviso “a sportello” rivolto alle amministrazioni comunali per acquisire le istanze di candidatura per l’assegnazione dei contributi. Spetterà, poi, agli enti locali beneficiari il compito di scegliere autonomamente, in ragione delle esigenze specifiche espresse dal territorio, gli interventi concreti da realizzare con il contributo regionale a fondo perduto.
Il contributo massimo che sarà assegnato ai Comuni sarà composto di una parte fissa, non superiore a 35.000 euro, e una parte aggiuntiva che varierà a seconda del numero di residenti nell’ente beneficiario: 5.000 euro per i Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti; 15.000 euro per i comuni fino a 20.000 abitanti; 25.000 euro per i Comuni al di sotto dei 50.000 abitanti e 35.000 euro per i Comuni con più di 50.000 abitanti. In ogni caso, l’amministrazione richiedente deve garantire un cofinanziamento pari al 25% del contributo richiesto.
“Ritengo sia una buona opportunità che le amministrazioni locali non possono lasciarsi sfuggire per affrontare una problematica particolarmente delicata e largamente diffusa sul territorio regionale che riguarda la salute pubblica e le condizioni di vivibilità degli edifici privati nei centri abitati” è il commento del consigliere regionale del gruppo “Noi a Sinistra per la Puglia”, Enzo Colonna, che sempre sul tema dell’amianto segnala:
1) la prossima scadenza (fissata al 21 aprile 2018) del termine previsto per la compilazione delle schede di “autonotifica” e segnalazione da parte dei possessori di immobili che presentino manufatti in amianto. Si tratta di una misura contenuta nell’ambito del Piano Regionale per l’Amianto, approvato dalla Giunta regionale nel maggio 2015 e finalizzato a mettere in campo una serie di iniziative coordinate finalizzate a superare questa criticità in tutta la Puglia, anche attraverso il coinvolgimento diretto e la partecipazione attiva dei cittadini che sono, ovviamente, i primi depositari di informazioni particolarmente preziose che riguardano i loro fabbricati.
2) Il Bando, ancora aperto, del Ministero dell’Ambiente rivolto ai Comuni per il finanziamento di interventi di bonifica di edifici pubblici contaminati da amianto, con particolare priorità riservata agli edifici scolastici (il termine è fissato al 30 aprile 2018). Disponibile dal seguente link: http://www.minambiente.it/
“Si tratta – conclude Colonna – di un complesso di interventi articolati a diversi livelli, tutti finalizzati a garantire e salvaguardare l’ambiente e a rimuovere quelli che, evidentemente, possono rappresentare elementi di rischio per la salute pubblica”:
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