Ultimo aggiornamento 8 Marzo 2021 - 16:28
Ago 11, 2015 Redazione Attualità 0
Di fronte al rischio elevato, per migliaia di insegnanti meridionali, di un trasferimento nelle Regioni del Nord, previsto dalla “Buona Scuola” di Renzi, i docenti precari della Provincia di Foggia si appellano ai funzionari dell’USR Puglia e ai dirigenti scolastici delle Scuole della Provincia: “Assegnare le supplenze entro la fine di agosto per scongiurare l’esodo forzato”.
Non più con le valigie di cartone zeppe di provviste, ma con la borsa in pelle piena di libri. Non più diretti verso le fabbriche, ma verso le scuole. La meta però è sempre la stessa: quel Nord che sembra ancora in grado di offrire posti di lavoro ai disoccupati meridionali. Eppure i protagonisti di questa nuova ondata migratoria proprio disoccupati non sono: si tratta, infatti, di migliaia di docenti italiani, che da anni lavorano nelle scuole statali con contratti a tempo determinato e che finalmente potrebbero conquistare il tanto atteso ruolo.
Peccato che il prezzo da pagare per ottenerlo sia molto salato: ai docenti si chiede, infatti, la disponibilità a trasferirsi in una qualsiasi delle 100 province italiane e, considerata la disomogenea distribuzione dei posti disponibili nel territorio nazionale, per gli insegnanti del Sud Italia la nuova sede di lavoro sarà, con buona probabilità, a centinaia di chilometri da casa.
E’ questo l’aspetto più controverso del piano di assunzioni previsto dal D.D.L. n. 107 del 13 luglio 2015, che traduce in legge il progetto di riforma della scuola italiana presentato a settembre dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e denominato “La buona scuola”.
L’iniziativa dei docenti di Foggia. Mentre si moltiplicano le forme di protesta da parte dei docenti di tutta Italia – compresa quella forse più temuta dal governo, ovvero il boicottaggio del piano di assunzioni (migliaia di docenti non hanno ancora inoltrato la domanda), che segnerebbe il fallimento di un piano il cui scopo dichiarato era quello di risolvere l’annoso problema del precariato nella scuola – si mobilitano anche i docenti della provincia di Foggia, che rivolgono un appello, riportato di seguito, ai funzionari dell’Ufficio scolastico della propria provincia, affinché procedano al più presto alle operazioni di nomina sulle supplenze annuali.
Niente trasferimento con supplenza in corso. Il MIUR, infatti, forse per un tardivo ravvedimento o perché preoccupato dalla prospettiva del boicottaggio – ha disposto che gli uffici scolastici provinciali effettuino le nomine sulle supplenze prima che abbiano inizio le operazioni di immissioni in ruolo della fase B; in tal modo, come previsto dal D.D.L. 107/2015, i docenti nominati su una supplenza fino al termine delle attività didattiche nella propria provincia potranno accettare l’eventuale proposta di assunzione in ruolo in un’altra sede, ma differire l’effettiva presa di servizio fino al termine della supplenza in corso. Un modo per rimandare, almeno fino alla fine dell’anno scolastico, il momento del distacco dalle famiglie; con la speranza di ottenere, già a settembre del 2016, l’assegnazione della sede definitiva nel proprio ambito territoriale. Altrimenti, ai nuovi emigranti della scuola non resterà altro che partire.
Di seguito la lettera inviata dal gruppo di docenti precari della Provincia di Foggia ai funzionari dell’USR Puglia – A.T. di Foggia, ai Dirigenti Scolastici delle Scuole della provincia di Foggia e, per conoscenza, ai genitori degli alunni frequentanti le scuole del territorio.
“Gentilissimi,
com’è noto, in questi giorni si sta svolgendo in tutta Italia la fase A del piano di immissioni in ruolo previsto dal Ddl 107 del 2015. Si tratta dell’ultima fase che si svolge a livello provinciale: i posti residui, infatti, saranno assegnati solo nella fase successiva (fase B), che invece sarà nazionale. Per accedere a questa e all’ultima fase di assunzione in ruolo (la fase C, sui posti dell’organico potenziato), i docenti delle Gae e delle GM dovranno produrre entro il 14 agosto una domanda nella quale dovranno obbligatoriamente indicare l’ordine di preferenza tra tutte le 100 province italiane, dichiarando implicitamente la propria disponibilità ad accettare il ruolo in una qualsiasi di esse, pena la cancellazione dalle graduatorie e, quindi, la perdita di ogni diritto a ricevere incarichi a tempo indeterminato. In questi giorni, quindi, noi docenti precari ci troviamo di fronte ad una drammatica scelta: presentare domanda di assunzione e sperare di ottenere finalmente l’agognato ruolo, ma al prezzo di doverci trasferire in un’altra provincia, molto probabilmente nel Nord Italia, dove ci sono più posti disponibili e meno iscritti in Gae; oppure non presentare la domanda, continuare a svolgere supplenze in ogni angolo della provincia, tenendo ben presente quel limite di 36 mesi imposto dal ddl (oltre il quale non sarà possibile ricevere incarichi annuali) e vedendo sfumare definitivamente o, nel migliore dei casi, allontanarsi inesorabilmente la possibilità di essere immessi in ruolo, nonostante la media di otto – nove anni di precariato alle spalle.
E’ un dilemma che in altri momenti della nostra vita non ci avrebbe angosciato tanto e avremmo anzi risolto a cuor leggero: per un posto di lavoro a tempo indeterminato si è ben disposti a compiere qualche sacrificio, come quello di trasferirsi lontano da casa. Ma ora le circostanze sono diverse: abbiamo in media 35-40 anni, la maggior parte di noi è sposata con figli e, verosimilmente, ha un affitto o un mutuo da pagare. Trasferirsi in un’altra città sarebbe anzitutto disastroso dal punto di vista economico: con uno stipendio di 1300-1400 euro, ci troveremmo a dover fronteggiare le spese di un’altra abitazione (affitto e utenze), le spese dei viaggi per tornare (quando possibile) a vedere i nostri bambini, per i quali dovremo pagare delle baby sitter che li crescano in nostra assenza. Ma l’aspetto economico è forse quello che ci preoccupa meno; meno sicuramente del dolore di doverci separare dalle nostre famiglie chissà per quanto tempo, visto che non è possibile prevedere se e quando ci sarà concesso di tornare a casa. Né si può pensare che la soluzione sia quella di trasferirsi nella provincia di destinazione con l’intera famiglia: non solo perché i nostri coniugi dovrebbero rinunciare al loro lavoro – cosa impensabile per i motivi di cui sopra- o perché i nostri figli dovrebbero lasciare la loro scuola, i loro amici, i nonni e tutte le loro abitudini; ma anche perché la provincia in cui saremo immessi in ruolo è solo provvisoria e non sappiamo quale sarà la nostra futura e definitiva destinazione, che ci sarà assegnata l’anno prossimo con una nuova procedura di mobilità nazionale.
Ecco perché, dopo mesi trascorsi nell’angoscia, consapevoli di dover prendere una decisione dalla quale dipenderà non soltanto il nostro futuro lavorativo, ma anche il benessere economico ed emotivo delle nostre famiglie, ci rivolgiamo a Voi.
A Voi, funzionari dell’Ufficio scolastico che ormai avete imparato a conoscerci: ogni anno, tra fine agosto e inizi di settembre, ci convocavate per le nomine annuali e ci vedeva te firmare la nomina con mano tremante per l’emozione, con la gioia o la preoccupazione dipinti sul volto a seconda di quanti chilometri avremmo dovuto compiere ogni giorno per raggiungere la sede assegnataci. Sappiamo che questo piano di assunzione Vi impone tempi strettissimi per lo svolgimento delle operazioni connesse alla mobilità ordinaria e per la realizzazione della fase zero e della fase A. Tuttavia Vi chiediamo di aiutarci a scongiurare, almeno per quest’anno, il nostro esodo forzato. Come ben sapete, infatti, il ddl prevede, qualora un docente destinatario di proposta di assunzione in ruolo abbia già in corso un incarico fino al termine delle attività didattiche nella propria provincia, che possa accettare il ruolo, rimandando l’assunzione in servizio nella sede di immissione in ruolo fino al termine della supplenza in corso. Vi chiediamo, quindi, di procedere alle nomine per le supplenze entro la fine di agosto e, comunque, prima delle immissioni in ruolo previste per la fase B. E’ vero che il MIUR nella risposta alla FAQ 20 ci rassicura in tal senso; ma sappiamo che sarete poi voi, con il vostro lavoro quotidiano e facendo fronte (proprio nei giorni del ferragosto) ad un carico di lavoro straordinario, a garantire che ciò che il MIUR promette con tanta facilità possa attuarsi realmente. Confidiamo nel vostro senso di responsabilità: non lasciate che ci separino dalle nostre famiglie!
E ci rivolgiamo a Voi, Dirigenti scolastici che ci avete accolti nelle vostre scuole, che ci avete visto lavorare con dedizione e impegno per far funzionare al meglio la scuola, come se fosse anche un po’ nostra, benché sapessimo bene che lo era solo fino a giugno; “fino al termine delle attività didattiche”, come recitano i nostri contratti. Anticipare il conferimento delle supplenze annuali sarebbe vantaggioso anche per Voi e per i vostri alunni, a cui potreste garantire la presenza di tutti i docenti in classe sin dal primo giorno di scuola, senza dover ricorrere -come ogni anno e con enormi difficoltà – a numeri di prestigio per coprire, in assenza di docenti, le ore di lezione. Perciò, vi chiediamo di aiutarci a continuare, almeno per quest’anno, ad insegnare nelle vostre scuole; la tempestività con cui nominerete i supplenti per gli spezzoni orario sarà per noi determinante. Negli anni, abbiamo costruito con le scuole del territorio un legame professionale e affettivo: non lasciate che si spezzi!
Ed infine ci rivolgiamo a Voi, genitori dei nostri alunni: abbiamo accompagnato i vostri figli per un piccolo tratto del loro percorso scolastico, cercando di mettere a disposizione le nostre competenze professionali e la nostra esperienza, con dedizione e con amore; perché, nonostante tutto, continuiamo ad amare questo lavoro. Ci siamo confrontati con Voi sui mille problemi della vita scolastica, sulle difficoltà non solo scolastiche dei vostri figli e sulle strategie giuste per aiutarli a superarle. Speriamo di aver lasciato un buon ricordo a Voi genitori e soprattutto ai ragazzi, che portiamo sempre nei nostri cuori. Ci rivolgiamo a Voi non perché possiate in qualche modo aiutarci a rimanere: sarebbe chiedervi qualcosa che non è nelle vostre possibilità. Da Voi, alunni e genitori, ci piacerebbe ricevere solo un segnale di solidarietà, anche solo una parola che ci aiuti ad affrontare questo momento così difficile della nostra vita con la consapevolezza che almeno qualcuno ha apprezzato il lavoro svolto in questi anni di nomadismo tra le scuole della provincia, che almeno qualche alunno si ricorda delle nostre lezioni e dei tanti momenti vissuti insieme nella quotidianità scolastica.”
F.to
Daniela Visicchio Dragone Palma
Marta Stella De Giovine Li Quadri Gabriella
Simona Finizio Defazio Rosanna
Rosangela Claps
Giada Di Nunzio
Claudio Mazzone
Natalia D’Avena
Gramazio Gabriella
La Luna Daniela
Fabiano Marilisa
Biscotti Maria Mattea
Di Stolto Pasquale
Del Viscio Antonella
La Redazione
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