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Ott 28, 2015 Redazione Attualità 0
Emiliano evita la discussione in Consiglio: divampa la polemica
La Giunta regionale della Puglia, accogliendo le sollecitazioni provenienti dai consiglieri del Partito Democratico e la maggioranza di Centro Sinistra, dal M5S e una consigliera di Forza Italia, ha approvato nel corso della seduta di ieri 27 ottobre l’adesione della Regione Puglia alla Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazione per l’ orientamento sessuale e identità di genere “Re.a.dy”. L’adesione è avvenuta mediante sottoscrizione della Carta d’Intenti che non comporta alcun costo per la pubblica amministrazione.
La Rete RE.A.DY è stata costituita nel 2006, su proposta dei comuni di Torino e Roma nell’ambito del Convegno “Città amiche”, al fine di avviare politiche di inclusione sociale delle cittadine e dei cittadini LGBT, sviluppando azioni e promuovendo atti e provvedimenti amministrativi per contrastare ogni forma di discriminazione. La rete Re.a.dy collabora con l’UNAR (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) del Dipartimento Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la realizzazione della strategia nazionale LGBT 2013/2015.
Soddisfazione di Michele Emiliano che si è detto “felice” di aver accolto le richieste della maggioranza di centrosinistra, condivise anche dal Movimento 5 Stelle, e di una consigliera di Forza Italia, ovvero Francesca Franzoso, che ha parlato di “atto di civiltà”.
“Già come sindaco di Bari – ha detto il governatore – avevo aderito alla rete Re.a.dy ottenendo in questo modo dalle altre amministrazioni comunali e regionali un fondamentale contributo in termini di esperienza e buone prassi amministrative in funzione delle attività di contrasto a tutte le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere”.
L’ex magistrato ha dedicato la decisione della giunta “a tutte le persone vittime di omofobia e transfobia e in particolare alle vittime pugliesi di ogni forma di violenza e discriminazione, in nome di Antonio Intellicato”, il 40enne gay suicidatosi a Cerignola a luglio dopo una vita passata a combattere contro l’omofobia e i pregiudizi.
E questo, per Emiliano, “è solo il primo passo di un percorso per rendere la Puglia sempre più inclusiva”.
L’adesione della Regione a Re.a.dy doveva essere oggetto di discussione nella giornata di oggi, ma il Presidente della Puglia ha portato la mozione al vaglio della giunta nella seduta di ieri. Emiliano ha così evitato il rischio che in Consiglio si accendesse il fuoco delle polemiche, dal momento che l’opposizione di centrodestra riteneva l’adesione alla rete come un cavallo di Troia per la diffusione della teoria gender nelle scuole.
Ma la polemica non si è fatta attendere. Tra i principali oppositori dell’adesione alla rete c’è il capogruppo FI Andrea Caroppo che ha parlato di “colpo di mano istituzionale”:
“La forzatura, degna del peggiore autoritarismo, conferma quanto Emiliano sia un accanito militante del gender ed è servita a togliere le castagne dal fuoco all’UdC e a tutti gli altri consiglieri di maggioranza firmatari del manifesto del Forum delle famiglie pugliesi, la cui mancanza di coerenza e coraggio i pugliesi pure sapranno valutare. Questi sono Emiliano e la sua maggioranza”.
Dura anche la posizione del Presidente del Gruppo Movimento Schittulli-Area Popolare, Giannicola De Leonardis, espressa in nota condivisa dai colleghi Luigi Manca, Luigi Morgante e Gianni Stea.
“Il Presidente Emiliano, contraddicendo i buoni propositi espressi nel discorso d’insediamento, ha ritenuto opportuno operare un vero e proprio blitz in Giunta, con l’adesione della Regione Puglia alla Rete nazionale ‘Re.a.dy’. Imponendo di fatto a una comunità di oltre quattro milioni di abitanti la propria impronta e la propria visione su temi etici estremamente delicati e dai risvolti controversi anche sul piano giuridico, come emerso dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha bollato come inesistenti le trascrizioni sui registri comunali dei matrimoni omosessuali contratti all’estero”.
La Redazione
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