Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Ott 30, 2015 Redazione Attualità 2
Firmato a Lecce un accordo che unisce tutela ambientale ed economia turistica: gli operatori balneari del Salento potranno tener aperte le loro strutture anche in inverno.
La rivolta degli ombrelloni in piazza Sant’Oronzo a Lecce ha sortito i suoi effetti. I lidi balneari della provincia di Lecce potranno restare aperti tutto l’anno. L’accordo è arrivato ieri mattina grazie alla mediazione del Prefetto, Claudio Palomba.
Nei giorni scorsi la Soprintendenza si era mostrata contraria all’appello degli operatori balneari che, armati di ombrelloni e fischietti, hanno sfilato per il centro storico di Lecce per chiedere di mantenere aperti i loro lidi anche dopo il 31 ottobre, giorno di scadenza dello smontaggio obbligatorio delle strutture degli stabilimenti lungo la costa. In particolare la Soprintendenza aveva dichiarato che il mantenimento delle strutture sarebbe potuto essere vagliato solo in presenza di piani coste comunali approvati. Una risposta che ha dato il via alla trattiva di mediazione che è finita ieri con la firma del protocollo.
L’accordo è giunto dopo la riunione tecnica tra la nuova Soprintendente Maria Piccarreta, l’assessorato regionale allo Sviluppo Economico, la Provincia di Lecce, Anci Puglia e le associazioni di categoria Confindustria, Federbalneari, Laica, Sib Confocommercio, Associazione operatori turistici di Gallipoli e Associazione piccole e medie imprese.
Il protocollo prevede l’apertura oltre la fine del mese di ottobre degli stabilimenti balneari con l’impegno della Soprintendenza, entro i prossimi 45 giorni, di valutare caso per caso, le istanze per mantenere le strutture balneari aperte tutto l’anno. Nel frattempo gli operatori che hanno presentato già istanza potranno proseguire la propria attività. Coloro che non l’hanno ancora fatto, hanno tempo fino a lunedì 2 novembre.
Sul Piano delle Coste però la Sopraintendenza non transige: solo a seguito della redazione dello strumento urbanistico, che ogni Comune è tenuto a fare in conformità con quello regionale, può essere valutato il mantenimento delle strutture.
Il protocollo d’intesa è una soluzione temporanea, in attesa di una regolamentazione che sarà definita in seno alla Conferenza dei Servizi che il prefetto Palomba dovrà convocare entro i prossimi 15 giorni. Solo in quella sede, infatti, alla presenza della Regione Puglia, si procederà alla definizione di una regolamentazione che possa mettere fine al contenzioso fatto di ricorsi al Tar e controricorsi al Consiglio di Stato. Nonostante la transitorietà però si tratta del primo vero passo verso il raggiungimento di un obiettivo che fa ben sperare per il turismo salentino.
Grande soddisfazione da parte del Presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone:
“Presto sarà realtà uno svolgimento di attività balneari anche al di fuori della stagione estiva, sempre più bella e lunga nel nostro Salento, tanto da consentirci oramai di fare economia e turismo 7-8 mesi all’anno”.
Anche il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, si è espresso sull’esito del tavolo tecnico tenuto ieri nella Prefettura di Lecce:
“Un passo importante è stato compiuto. Adesso siamo pronti a portare le istanze del territorio in Conferenza dei Servizi. Lo facciamo compatti e con un obiettivo comune: responsabilizzare gli operatori balneari mettendoli, però, nelle condizioni di rispondere ad una domanda turistica che è sempre più ‘all season’. Perché il tema della tutela del paesaggio è un tema di prioritaria importanza per la Regione Puglia ma lo è anche la prospettiva di beneficio economico che un turismo destagionalizzato porterebbe ad una regione, come la nostra, che ha tutte le carte in regola per attrarre visitatori in ogni giorno dell’anno”.
La novità del Salento si estenderà a tutta la Puglia? Le probabilità non sono poche considerando che alla conferenza di servizi, dove sarà individuata un’impostazione comune per gestire le autorizzazioni ai lidi, parteciperanno anche la Sovrintendenza regionale e il Mibac.
La Redazione
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L’assessore regionale allo sviluppo economico e il presidente della regione puglia con quali criteri hanno accettato le proposte (giuste) delle associazioni dei balneari se non sono capaci neanche di fare approvare i piani comunali delle coste nonostante le leggi, da anni, esistenti??? e su quali basi? se non esistono gli strumenti comunali? forse questa volta ha ragione la sovrintendenza? e come mai tutte le associazioni, sindacali e non incluso confindustria non dicono niente sulla non adozione dei PCC? visto dall’esterno posso pure pensare che i suddetti hanno formato una casta e pensano solo a se stessi? che tristezza!!!!