Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Mar 01, 2016 Redazione Attualità 0
Il piano di riordino approvato ieri dalla giunta pugliese salva gli ospedali della Capitanata
Non solo gli ospedali “Masselli” di San Severo e “Tatarella” di Cerignola, non subiranno alcun declassamento, ma l’Ospedale di Lucera non chiuderà. L’ospedale “Riuniti” di Foggia è stato persino promosso. Questo l’esito del piano di riordino ospedaliero approvato ieri dalla giunta regionale della Puglia.
Un piano di riordino che, come subito precisato dal governatore pugliese, Michele Emiliano, non include strutture che chiudono, “ma strutture che vengono riconvertite”.
“Abbiamo fatto questa riconversione – ha spiegato Emiliano – non per risparmiare danaro, perché la spesa è sempre la stessa, ma per utilizzare bene il personale, le risorse, le strutture ospedaliere e quelle del territorio. Quindi non ci sono stati tagli, di nessun tipo: semplicemente, come si fa in casa, quando c’è scarsità di un elemento, si cerca di concentrare tutte le risorse dove servono, cercando di evitare di sprecarle dove servono meno”.
Saranno avviati alla riconversione otto stabilimenti ospedalieri pubblici, destinati a una innovativa vocazione territoriale, riabilitativa, di supporto in post acuzie. Sono l’ospedale “Fallacara” di Triggiano, “Sarcone” di Terlizzi, “San Camillo” di Mesagne, “Melli” di San Pietro Vernotico, “Umberto I” di Fasano, “San Marco” di Grottaglie, ospedale Caduti di tutte le guerre di Canosa, “San Nicola” Pellegrino di Trani.
Dopo l’annuncio ufficiale sul declassamento di “Masselli” di San Severo e “Tatarella” di Cerignola ad un “livello base seppur rafforzato”, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ci ha ripensato piazzando nel nuovo piano di riordino i due ospedali della Provincia di Foggia tra gli undici di primo livello.
Dietrofront anche sull’ospedale “Lastaria” di Lucera, destinato alla chiusura da moltissimi anni. Come ha rimarcato Emiliano, l’ospedale lucerino avrà un regime molto particolare, tipico delle zone disagiate. “Questo in funzione della particolare struttura dei monti Dauni, che necessità di un pronto soccorso che non poteva essere allontanato molto dai luoghi di residenza dei cittadini”.
Promozione per l’ospedale “Riuniti” di Foggia che rientra tra gli ospedali di secondo livello insieme al Policlinico di Bari, al “Santissima Annunziata” di Taranto, al “Perrino” di Brindisi e al “Vito Fazzi” di Lecce.
“Alla fine – ha precisato il presidente della regione Puglia – avremo 5 ospedali di secondo livello, significa il massimo livello che esiste in Italia, 11 di primo livello, ospedali molto ben attrezzati con quasi tutte le specializzazioni”.
Fanno parte degli ospedali di primo livello, oltre a quelli di San Severo e Cerignola, il “Bonomo” di Andria, “Dimiccoli” di Barletta, “Di Venere” e “San Paolo” di Bari, ospedale della Murgia di Altamura, ospedale civile di Castellaneta, “Camberlingo” di Francavilla Fontana, Sacro cuore di Gallipoli, “Delli Ponti” di Scorrano, cui si aggiungono gli ospedali privati e classificati dotati di pronto soccorso.
Poi ci saranno 12 ospedali di base: quello civile di Manfredonia, “Vittorio Emanuele” di Bisceglie, “Umberto I” di Corato, “Don Tonino Bello” di Molfetta, “San Giacomo” di Monopoli, “Santa Maria degli Angeli” di Putignano, “Ferrari” di Casarano, “San Giuseppe” di Copertino, “Santa Caterina” di Galatina, ospedale civile di Ostuni, “Giannuzzi” di Manduria, “Valle d’Itria” di Martina Franca.
“Sono quegli ospedali più vicini alle persone – ha detto Emiliano – molti di questi saranno rafforzati e manterranno più specialità e più reparti di quelli che normalmente sarebbero previsti per di questi ospedali base”.
Quella approvata ieri è una delibera “regolamentare” come lo stesso governatore pugliese ha precisato:
“Significa che la Giunta la adotta e poi passa per una discussione generale anche al Consiglio che deve esprimere un parere non vincolante, ma che è molto autorevole”.
Per la realizzazione del piano di riordino ospedaliero, l’ex giudice barese ha spiegato che è stato dato vita “alla più grande procedura di consultazione che sia mai stata effettuata in Puglia, non solo per la sanità”.
“Ho sentito personalmente tutti i sindaci interessati alle questioni più complesse” ha dicharato Emiliano. “Abbiamo soprattutto ascoltato tutti i soggetti della sanità pugliese: sindacati, associazioni, comitati. Abbiamo discusso e ridiscusso come si fa in una camera di consiglio di un processo molto complicato – mi permetterete questo paragone – tutti gli elementi a favore e contro, e devo dire che abbiamo fatto un lavoro di grande coscienza. Ovviamente potremmo aver commesso degli errori, come capita a tutti gli esseri umani, ma siamo certi di aver fatto il massimo che si poteva fare in questa fase. Fermo restando che questa non è una sentenza che passa in giudicato: se dovessimo riscontrare nell’applicazione di questo provvedimento delle cose che non vanno, il provvedimento può essere modificato”.
La Redazione
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