Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Gen 29, 2020 Redazione Attualità 0
Scontro tra maggioranza e opposizione dopo ore di dibattito per l’approvazione del testo che abroga la norma risalente al 1995. Divieto di adottare a chi ha condanne per maltrattamenti, aggiudicazione dei bandi per la gestione dei canili su base qualitativa”
Dopo quattro ore di discussione, 35 emendamenti (la maggior parte dei quali del Governo), il Consiglio Regionale della Puglia ha approvato con un solo astenuto il disegno di legge contenente norme sul controllo del randagismo, dell’anagrafe canina e la protezione degli animali di affezione, con la contestuale abrogazione della legge regionale numero 12 del 1995, sempre inerente la tutela degli animali di affezione e di prevenzione del randagismo.
Il testo normativo scaturisce in conseguenza della sempre più incalzante esigenza, avvertita su tutto il territorio pugliese, di superare il contenuto normativo della legge regionale vigente e risalente al 1995, tenendo presente che le altre regioni hanno già da tempo introdotto nuovi modelli, nel solco di un approccio culturale che punta al benessere animale.
Il nuovo testo, inoltre, si adegua ai recenti interventi normativi nazionali, recepisce quelli comunitari che allargano le missioni di intervento normativo ben oltre i precedenti confini legislativi nazionali, ampliando gli ambiti di azione a tutte le specie animali contenute nei regolamenti comunitari.
Recepisce anche le più recenti sentenze della Corte Costituzionale in particolare quella che nel 2016 ha dichiarato l’illegittimità della legge regionale vigente, la 12/1995 nella parte in cui impedisce ai privati di ottenere la concessione per canili e gattai.
Vengono definite le competenze della Regione, dei Comuni ai fini del risanamento o costruzione dei canili sanitari. Sono stabiliti i requisiti delle strutture di ricovero e gli obblighi dei gestori nella conduzione di queste strutture. Sono normati l’affido e l’adozione, la rinuncia e l’eutanasia, il recupero dei cani randagi, la protezione dei gatti, le competenze delle Asl e le prestazioni sanitarie.
È istituita l’anagrafe degli animali d’affezione e da parte della Regione e delle Asl è prevista la promozione della conoscenza e la diffusione dei metodi per il controllo della riproduzione degli animali.
Sarà istituita una Commissione regionale che avrà il compito di coordinatore, sovrintendere e controllare gli interventi necessari all’attuazione della legge. Le attività delle associazioni per la protezione degli animali iscritte all’Albo regionale, non dovranno avere fini di lucro.
È regolamentata l’esposizione e la vendita di cani e gatti, così come l’addestramento e l’educazione. Viene tutelato il benessere di questi animali, consentendo il libero accesso ai giardini, parchi, luoghi pubblici, esercizi commerciali e sui mezzi di trasporto pubblico. Alla vigilanza sull’osservanza delle disposizioni contenute nel testo di legge sono preposto gli organi di vigilanza.
Per il presidente Emiliano si tratta di una legge qualificante che punta alla riduzione della spesa pubblica ed al benessere degli animali di affezione.
Per l’opposizione di centrodestra si tratta invece del “solito contenitore vuoto, una legge di principi, molti dei quali già contenuti nelle leggi dello Stato, ma soprattutto, così come recita la norma finanziaria, non sono previsti oneri a carico della Regione, ma scarica tutto sui Comuni e sulle Asl”.
Soddisfatti i consiglieri regionali del M5S: “Siamo orgogliosi di esserci battuti in aula per l’approvazione degli emendamenti che vanno a sanare le criticità del disegno di legge sul randagismo approvato in commissione. Sono stati soppressi i commi che permettevano di superare il limite di 200 cani in canile o di costruire canili contigui nonchè quelli che consentivano il trasferimento dei cani fuori provincia o fuori regione, dove non avremmo più potuto controllarli. Non potevamo sottovalutare l’allarme lanciato dalle associazioni animaliste, che avevano sottolineato più volte il rischio di infiltrazioni mafiose nella gestione dei canili. Le mafie, infatti, si avvicinano dove possono fare business e aumentare il numero di animali con costruzioni modulari avrebbe favorito queste infiltrazioni, come accaduto in altre regioni. L’obiettivo primario dev’essere il benessere dei cani e la prevenzione del randagismo”. “Ogni anno – continuano Bozzetti e Galante – la Puglia spende 27 milioni di euro per il mantenimento degli animali nei canili. Una cifra nettamente superiore a quella di altre regioni anche più grandi della nostra. Basti pensare che la Sicilia spende 16 milioni, il Lazio 12 milioni, la Lombardia 3,6 milioni, la Campania 21 milioni e la Calabria 15 milioni. Una cifra che invece dovrebbe essere utilizzata per combattere questo fenomeno con la prevenzione, l’educazione e le sterilizzazioni. Abbiamo ottenuto l’approvazione di emendamenti importanti per far sì che i cani non vengano tenuti attaccati ad una catena e con il collare a strozzo; che sia vietata l’adozione a coloro che siano stati condannati in via definitiva per reati di violenza o maltrattamenti ai danni di animali o persone e per la nomina di un referente comunale in materia di prevenzione e lotta al randagismo. Ora auspichiamo che venga emanato al più presto il regolamento attuativo e la legge diventi realmente operativa. Non possiamo rischiare che, come accaduto per la norma precedente, la legge resti solo sulla carta”.
Esultano anche i consiglieri di Forza Italia Nino Marmo, Giandiego Gatta, Domenico Damascelli e Francesca Franzoso: “Finalmente è legge la nostra proposta per incentivare le adozioni degli amici a quattro zampe dai canili rifugio e dalle oasi feline della Regione, garantendo la corresponsione di rimborsi delle spese veterinarie e alimentari sostenute per prendersi cura dell’animale”. “E’ una proposta di sensibilità –aggiungono- per promuovere concretamente l’adozione dai canili. Quello che non è possibile, però, è constatare che la Giunta Emiliano voglia la botte piena e la moglie ubriaca: da un lato, si moltiplicano gli impegni, dall’altro nulla si fa per sostenere i Comuni che dovranno vedersela da soli. Infatti, nella norma finanziaria si parla di mero “indirizzo politico” riguardo all’impegno economico della Regione, sottraendola quindi all’obbligo di contribuire. Gli enti locali sono già in profonda sofferenza e non prevedere delle forme di partecipazione della Regione significa due cose: la prima, affossare la già critica situazione dei Comuni; la seconda, non avere reale intenzione di attuare il provvedimento. Per questo, ahinoi, siamo costretti ad affermare che per Emiliano la legge sia uno slogan per strizzare l’occhio a qualcuno, ma certamente non per contrastare il fenomeno del randagismo”.
Si dice “orgoglioso” il consigliere regionale e vice presidente della III Commissione Sanità, Paolo Pellegrino: “Un disegno di legge – spiega Pellegrino – che ha recepito diversi spunti della mia proposta di legge, già presentata circa tre anni fa, nel 2017. Qualcuno alla vigilia riteneva che questo fosse un articolato troppo complesso e invece, a mio avviso, dirime una volta per tutte le difficoltà incontrate con la precedente legge e ne completa la valenza dando ampio respiro al tema del benessere dell’animale domestico, oltre che dell’animale randagio.
La precedente norma infatti era caratterizzata ad esempio da una mancata demarcazione delle competenze in materia di prevenzione del fenomeno e che ha solo determinato contenziosi tra Comuni e Asl sui danni riferibili alla presenza dei randagi. Ora invece dettiamo regole ben precise sia per i Comuni e sia per le Asl. Inoltre viene regolamentata con precisione la capienza dei canili sino a un massimo di 200 ospiti, confidando che l’offerta di posti di ricovero possa incentivare maggiormente il tema della sterilizzazione e delle adozioni. Ma non solo. Adeguandoci alla sentenza della Corte Costituzionale si apre di fatto la gestione dei comunali canili alle associazioni e ai privati. E siccome i privati hanno ovviamente scopo di lucro, si correva il rischio che le procedure di affidamento potessero pregiudicare il benessere degli animali. E invece no. Noi con questa legge evitiamo tale rischio stabilendo che l’aggiudicazione della gestione non avverrà in base al ribasso economico di gara (i cui costi fissi infatti li stabilirà la giunta regionale), ma avverrà sulla base di un confronto migliorativo sulla qualità dei servizi offerti”.
“Un altro punto centrale – continua Pellegrino – sono le sterilizzazioni con l’obbligo per le Asl di programmare annualmente un certo numero di sterilizzazioni. In caso contrario scatteranno sanzioni a carico del direttore generale di riferimento”. “In questa battaglia di civiltà non posso non ringraziare – conclude Pellegrino – tutte le associazioni del volontariato che hanno dato un contributo indispensabile al presidente e assessore alla Sanità, Michele Emiliano, per arrivare a un testo di legge, non solo a carattere meramente organizzativo, ma fondamentale per la tutela del benessere di tutti gli animali domestici, andando oltre la semplicistica dimensione del randagismo”.
Critiche invece dal capogruppo regionale di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo. “La premessa è doverosa: l’opera dei volontari in qualunque settore è sempre encomiabile, le associazioni che si occupano dei cani randagi fanno un lavoro straordinario. Ma la legge che oggi il Consiglio regionale ha approvato non è nell’interesse della Puglia tutta, sia dei cittadini sia degli animali, ma risente della perenne campagna elettorale del presidente Michele Emiliano, che nel tentativo di strizzare l’occhio alle associazioni animaliste e ai 5stelle ha presentato emendamenti che stravolgono l’obiettivo iniziale della legge che si proponeva di dare una mano ai Comuni che si trovano in trincea ad affrontare il problema del randagismo. Come? Ampliando o costruendo nuovi canili, che chiaramente aprono a nuove realtà senza nulla togliere a chi opera da anni in questo settore e che deve continuare a farlo. Oggi invece abbiamo assistito alla fiera della vanità e delle ovvietà tutto infarcito di demagogia pseudo animalista. Emiliano ammette in Aula che questa legge l’ha concordata con le associazioni ambientaliste. Bene, lo faremo sapere a quelle mamme che vivono in quelle periferie con l’incubo di branchi cani randagi che spaventano i loro bambini, lo faremo sapere ai quegli amanti della natura che temono di fare passeggiate nei boschi perché popolati di cani randagi in cerca di cibo, lo faremo sapere ai fungaioli, ai cacciatori che si sono ritrovati faccia a faccia con un cane in cattività e quindi infuriato… lo faremo sapere e chiederemo loro di avere qualche mese di pazienza. Tanto manca poco al ritorno del buon governo del centrodestra”.
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