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Feb 08, 2018 Redazione Cronaca 0
Continua la battaglia legale dei genitori della 15enne uccisa a Ischitella. L’avv. Cimino ora punta il dito contro il Presidente del Tribunale per i Minorenni di Bari
“Il Presidente del Tribunale per i Minorenni di Bari viola e si impone sull’autonomia e sull’indipendenza dei giudici del Tribunale ordinario di Foggia”. E’ quanto dichiara in una nota l’avv. Gelsomino Cimino, legale dei genitori di Nicolina Pacini, la 15enne uccisa lo scorso 20 settembre a Ischitella (FG).
Continua così la battaglia legale dei genitori della ragazza uccisa con un colpo di proiettile sul volto sparato da Antonio Di Paola, ex compagno della madre poi morto suicida. Dopo aver citato in giudizio il Comune di Ischitella, in quanto “ritenuto responsabile per la condotta negligente, impropria e colposa” posta in essere dai propri dipendenti addetti ai Servizi Sociali, la madre e il padre di Nicolina attaccano il Presidente del Tribunale per i Minorenni di Bari.
Secondo il loro legale, infatti, “il presidente del Tribunale per i Minorenni di Bari con nota scritta del 1 febbraio 2018 indirizzata al Presidente della 1°Sezione Civile del Tribunale Ordinario di Foggia, ha violato palesemente l’articolo 104 della nostra Costituzione (La magistratura costituisce un ordine autonomo indipendente da ogni altro potere) e l’Articolo 8 della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (Diritto al rispetto della vita privata e familiare) e non ultimo ha violato i diritti del fanciullo (documento redatto dall’Onu), dove si consacra il principio per cui il fanciullo deve beneficiare della sicurezza sociale e deve poter svilupparsi e crescere in modo sano assicurandogli protezione sociale adeguata, garantendo al fanciullo la cura particolare e sicurezza materiale e morale.
Dopo la triste vicenda dell’assassinio della piccola Nicolina Pacini, che ha scosso l’intero paese, i genitori attraverso l’ausilio dello Studio Legale Gelsomina Cimino del Foro di Roma, “hanno proposto Ricorso presso il Tribunale Ordinario di Foggia per nominare nell’interesse del piccolo figlio Michele, un Tutore affinchè si occupasse del benessere psicofisico del loro figlio, rimasto privo degli affetti anche della sorella uccisa nel settembre del 2017, assicurandogli educazione, istruzione e mantenimento, non potendo loro garantire un futuro prossimo migliore, date le pessime condizioni economiche che hanno caratterizzato la loro vita”.
Riguardo al minore l’avvocato Cimino sottolinea che”Michele a tutt’oggi vive dai nonni di età avanzata che certo non presentano carattere gioviale e stimolante per la crescita del piccolo, convivendovi peraltro, con un figlio afflitto da disturbi comportamentali, che lo inducono ad essere seguito dal CIM territoriale di Rodi Garganico e impegnati nell’accudimento di altro figlio con gravi problemi di salute”.
A questo il legale aggiunge dettagli molti intimi relativi alla situazione familiare in cui vive attualmente il bambino: “Michele, immerso in una situazione familiare, sociale ed economica assai difficile, addirittura riferisce alla madre di aver visto lo zio (oggi quarantenne) in casa diverse volte, in diversi momenti, praticare l’attività erotica della masturbazione!”.
Così lo studio legale descrive il contesto familiare del minore: “Questa è la crescita, questa è la giusta educazione che si impartisce ad un adolescente di appena 13 anni fortemente compromesso, consapevole del disagio in cui versa e soprattutto consapevole dell’assenza di prospettive e di un futuro migliore”.
L’avvocato Cimino riferisce inoltre che “il Tribunale per i Minorenni di Bari sin dai primi momenti si è sempre dichiarato incompetente attribuendo la responsabilità al Tribunale per i Minorenni di Firenze, i Servizi Sociali di Ischitella sono sempre stati latitanti, non hanno mai assistito e supportato né Nicolina né Michele nella loro crescita e nello sviluppo psico-fisico, non hanno mai assicurato l’assistenza dovuta ai bambini disagiati, negando la giusta guida per poi affacciarsi verso il mondo degli adulti, soprattutto in questo tragico momento, critico per Michele, che sicuramente necessita di un sostegno psicologico, si da garantire delle risposte al ragazzo aiutandolo a fargli recuperare il rapporto coi genitori”.
Partono da qui l’accuse che i genitori di Nicolina, tramite il loro legale, rivolgono al Presidente del Tribunale per i Minorenni di Bari: “A distanza di 6 anni di assoluta latitanza, dichiarata peraltro con tre provvedimenti di incompetenza, si sveglia con nota del 01 febbraio 2018 e a gamba tesa ostacola l’autonomia del Giudice della Prima Sezione Civile del Tribunale di Foggia, condizionandone le decisioni ed imponendo di astenersi dal disporre l’audizione del piccolo Michele poiché a dire dello stesso Presidente ne verrebbe emotivamente condizionato”.
Secondo l’avv. Cimino il Presidente si sarebbe spinto anche oltre “fino al punto di invitare il Giudice Relatore presso il Tribunale di Foggia ad un confronto circa il contenuto del ricorso introdotto dai genitori, ergendosi in tal modo a Sovrano Giudice, capace di imporsi alla libera determinazione all’autonomia di Magistrati, evidentemente ritenuti inadeguati nello svolgimento del ruolo giurisdizionale che compete loro con il dichiarato intento di evitare conflitti positivi di competenza, eppure mal celando l’obiettivo di lasciare immutata la situazione di fatto, confermando cosi la totale indifferenza delle Istituzioni di fronte al dolore e atroce futuro cui il giovane Michele sembra inesorabilmente destinato”.
“Nella consapevolezza di trovarsi di fronte ad eclatanti abusi di potere oltre che sevizievoli provvedimenti lesivi di principi fondamentali riguardanti un minore” i genitori di Nicolina hanno deciso ancora una volta di affidarsi allo studio legale di Roma “affinché vengano adottati ad opera degli organi preposti, tutti i necessari provvedimenti di natura disciplinare oltre che, ove ve ne siano i presupposti, di natura amministrativa e penale nei confronti del Sovrano Giudice del Tribunale per i Minorenni di Bari, rispetto al quale si confida, almeno il CSM (Consiglio Superiore della Magistratura) e il Ministero di Grazia e Giustizia non abbiano a dover retrocedere, nonché a far luce sui retroscena relativi alla quasi contestuale e contemporanea nomina ad opera dei Tribunali, quello Ordinario di Foggia e quello Speciale di Bari, di una sola figura di Curatore Speciale cui spetterebbe di tutelare l’interesse del minore nei due paralleli procedimenti: non potendosi certo spiegare in via razionale come sia stato possibile che tra Bari e Foggia sia stata individuata una ed una sola persona cui affidare il delicato ruolo di Curatore Speciale che tuttavia pur essendo un Avvocato ha preferito al fine di meglio giustificare (leggi lievitare) la richiesta di ammissione al gratuito patrocinio, nominare altro Avvocato cui affidare la propria assistenza giudiziaria. Oltre alla beffa anche il danno erariale!”
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