Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Set 04, 2020 Redazione Cronaca 0
Ecco quello che è emerso dopo un’indagine del NOE e dei Carabinieri sui due impianti ubicati nelle località “Santa Barbara” e “Lido del Sole”
Nell’appena trascorso mese di agosto, nel cuore del Gargano, all’apice della stagione turistica, la Compagnia Carabinieri di Vico del Gargano ha attivato un particolare monitoraggio del territorio allo scopo di intercettare il mancato rispetto delle norme che tutelano la salute dell’ambiente.
L’attenzione dei Carabinieri si è concentrata in particolare sull’area di Rodi Garganico, dove sono stati avvertiti sgradevoli pungenti odori. L’attenta perlustrazione di quel territorio ha consentito di individuare, quali possibili fonti inquinanti, le aree degli impianti di depurazione e quelle di stoccaggio dei rifiuti. Immediata la richiesta di ausilio al Nucleo Operativo Ecologico Carabinieri di Bari, specializzato nel settore dell’inquinamento ambientale, che prontamente è intervenuto.
Il NOE, mediante le sue importanti conoscenze e competenze tecniche, unitamente alla Stazione Carabinieri di Rodi Garganico, ha avviato un meticoloso sopralluogo ed un’indagine “lampo”, sui due impianti ubicati nelle località “Santa Barbara” e “Lido del Sole”.
Gli accertamenti hanno fatto emergere in entrambi gravi irregolarità. Conseguente il sequestro, operato su disposizione della Procura della Repubblica di Foggia, di sette vasche contenenti rifiuti speciali pericolosi, ovvero “fanghi da depurazione” abusivamente stoccati, ed il sequestro di un’area demaniale di circa 2500 mq, colma di rifiuti speciali di ogni genere, realizzata del tutto abusivamente.
L’esito dell’attività investigativa e di verifica, celermente svolta dai Carabinieri del NOE e dalla Stazione di Rodi Garganico, ha permesso di accertare le fonti degli “olezzi” e di denunciare all’Autorità Giudiziaria 9 persone addette alla gestione degli impianti, ritenute responsabili, a vario titolo, di emissioni odorigene in atmosfera senza autorizzazione (art.279 D.Lvo n.152/2006) nonché di gestione illecita e deposito incontrollato di ingenti quantitativi di rifiuti speciali pericolosi, accumulati su un’area demaniale, non idonea e non autorizzata, in cui era stata realizzata una discarica abusiva (art. 256 D.Lvo n.152/2006).
Il valore degli immobili sequestrati ammonta ad euro 700.000 circa.
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