Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Ott 09, 2015 Redazione Eventi e cultura 0
Sabato 10 ottobre la consegna dei macchinari a Foggia e Borgo Mezzanone
Passo importante nell’ambito della solidarietà a Foggia dove entrano in funzione due Sartorie per riciclare e rammentare vestiti che non servono più, abbandonati negli armadi, recuperati nei cassonetti della spazzatura o donati dalle parrocchie. Ma soprattutto per ricucire storie, legami, relazioni sociali. Tutto per i poveri, per gli immigrati senza fissa dimora e per le famiglie meno abbienti.
È il progetto “Sartoria Solidale” promosso dall’Associazione Fratelli della Stazione ed è sostenuto dalla Banca della Campania nell’ambito dell’iniziativa di solidarietà “Sotto una buona stella”.
Quattro le macchine da sartoria e da cucire che saranno consegnate in ben due laboratori di “Sartorie Solidali” che saranno inaugurati sabato 10 ottobre 2015: una presso i locali della parrocchia di Santa Maria del Grano, a Borgo Mezzanone, il piccolo centro in cui è presente il Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo e Rifugiati Politici, l’altro in via Campanile nei locali dalla Caritas.
L’inaugurazione delle due Sartorie Solidali avverrà sabato 10 ottobre alle ore 10. Quella di Borgo Mezzanone si svolgerà alla presenza di Dina Diurno, della Caritas di Borgo Mezzanone, e dei volontari dell’A.P.S. Auxilium – Borgo Mezzanone. Quella dei locali della Caritas diocesana
A consegnare i macchinari a Borgo Mezzanone ed a Foggia saranno alcuni volontari dell’associazione Fratelli della Stazione, da oltre quindici anni impegnata sul fronte dell’accoglienza dei senzafissadimora e dei migranti che vivono nel capoluogo Dauno.
Attraverso la raccolta fondi supportata in questi mesi dalla Banca della Campania, dunque, sono stati donati 2.550 euro; fondi utilizzati per l’acquisto di due macchinari e dei materiali che serviranno per l’attivazione del progetto. Altri due piccoli impianti, invece, sono stati donati da Vincenzo Maffei, titolare del negozio Singer.
L’obiettivo delle “Sartorie Solidale”, quindi, è di restituire dignità ai cittadini italiani e migranti che vivono in uno stato di indigenza, di povertà e che molto spesso indossano stracci recuperati tra la spazzatura, che si arrangiano con indumenti che non sono della loro stessa taglia o che sono deformati, lacerati, sfoderati.
«Perché si può essere poveri, ma con dignità, anche vestendo abiti puliti ed ordinati» dicono i promotori del progetto che, oltre a rivestire le persone in condizione di svantaggio economico e sociale, punta a «promuovere processi di inclusione, a creare ponti di relazione, a ricucire dei rapporti umani».
La Redazione
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