Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Ott 08, 2014 Redazione Il resto dell'Italia 0
Se finora il social network più popolare del mondo aveva fatto dell’identità reale il proprio cavallo di battaglia, imponendo ai suoi utenti di partecipare alla grande comunità virtuale con tanto di nome e cognomi reali, ora la società fa dietro front.
Dopo le indiscrezioni relative a un progetto dell’azienda di entrare nel sistema dei pagamenti online, mettendosi così alla stregua di PayPal e di altre app di pagamento peer-to-peer, ecco arrivare altri rumor sul futuro del social network più utilizzato al mondo.
Secondo il New York Times, infatti, la compagnia di Zuckerberg starebbe per lanciare una nuova app che permetterà alle persone di comunicare tra loro in maniera del tutto anonima.
La nuova applicazione, per smartphone e tablet, dovrebbe essere pronta tra due settimane. Ci ha lavorato da circa un anno un team guidato da Josh Miller, un product manager di Facebook entrato in azienda quando è stata acquisita Branch, la start-up (adocchiata anche da Twitter) che aveva realizzato un sistema per permettere la creazione di piccoli gruppi di discussione online.
Lo sviluppo della nuova app, secondo il quotidiano, è stato pensato per permettere agli utenti di Facebook di utilizzare pseudonimi per discutere apertamente gli argomenti su Internet senza essere identificati con il proprio nome e cognome.
Il cambio di rotta appare alquanto bizzarro per un social network che ha rivoluzionato la comunicazione sul web. Prima di Facebook, Internet era un mare di nickname ermetici, dietro i quali si poteva nascondere chiunque. Da Facebook in poi invece è stato possibile iniziare a rintracciare una persona, conoscendo il suo vero nome.
Strano anche perché recentemente Chris Cox, Chief Product Officer di Facebook, aveva dichiarato che ad avere reso Facebook tanto popolare è stata proprio la sua capacità di differenziarsi dagli altri servizi esistenti mettendo al primo posto la vera identità nelle interazioni, in un mondo virtuale dove si era soliti interagire con nickname e pseudo nomini. Insomma a invitando i propri utenti a “metterci la faccia”.
Cosa avrà fatto cambiare idea a Marck Zuckerberg ancora non è noto. Certo è che un primo segnale su una possibile inversione di tendenza riguardo alle sue rigide politiche è emerso poche settimane fa, quando le la comunità LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) ha sollevato una protesta per la sospensione di alcuni account di drag queen colpevoli di aver usato il loro nome d’arte. In quell’occasione, infatti, Facebook si era scusata con la comunità Lgbt, impegnandosi a rendere meno categoriche le sue politiche di contrasto all’anonimato:
“Lo spirito della nostra policy – aveva detto il chief product officer Chris Cox – è di consentire agli utenti di utilizzare il nome che usano nella vita reale, non quello legale”.
La Redazione
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