Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Nov 04, 2011 Redazione Politica 0
FOGGIA – All’indomani della nomina dell’esecutivo provinciale del Fli di Capitanata, non tardano a farsi sentire i primi malumori, a cominciare da Giuseppe Mainiero. Proprio quando sembravano assopite, infatti, le denunce rivolte a Fabrizio Tatarella che, secondo un’anima del partito, avrebbe celebrato un congresso farsa, ecco che il Presidente del Circolo Fli Foggia 1, torna ad incalzare.
L’avvocato si dice stupito della velocità con cui il coordinatore del Fli abbia provveduto alle nomine dei dirigenti: “Con un impegno degno di miglior causa – ha lamentato Mainiero – ha occupato tutte le caselle disponibili. Con tanti saluti alla gestione unitaria da lui annunciata evidentemente con il solo obiettivo di correggere il tiro dopo la figuraccia rimediata in sede congressuale”.
Mainiero si riferisce all’elezione a segretario provinciale dello stesso Fli Fabrizio Tatarella, l’uomo che lui ha definito essere “allo stesso tempo arbitro e giocatore di una delle due squadre in campo”. Secondo l’avvocato pur far in modo che Fabrizio Tatarella fosse l’unico candidato, è stata esclusa la possibilità di far svolgere un dibattito aperto, impedendo la presentazione della candidatura alternativa di Rino Lamarucciola, sindaco di Pietromontercorvino e ora nominato dirigente nell’esecutivo provinciale del Fli dallo stesso Tatarella, peraltro a sua insaputa, a detta di Mainiero:
“Ha scoperto di essere stato nominato attraverso la lettura del comunicato stampa di Fabrizio Tatarella. Senza essere avvertito neppure con una telefonata di cortesia e di educazione”. “L’individuazione dei membri dell’esecutivo non è stata concordata con nessuno ma assunta – fa notare Mainiero – come da prassi tatarelliana, in assoluta e completa solitudine”.
In più secondo Mainiero emergerebbe una chiara mancanza di rispetto delle regole da parte di Tatarella:
“Non ha avuto neppure il buongusto di attendere il pronunciamento formale della segreteria generale dei congressi, che probabilmente solo stamani è chiamata a discutere del “caso Foggia”, prima di procedere alle nomine”.
Mainiero parla di “una gestione arrogante e unilaterale del partito, considerato evidentemente una proprietà privata, strapuntino per accontentare gli amici degli amici con la concessione benevola di un ruolo e di una carica”. Un partito in cui lui farebbe fatica a riconoscersi:
“Penso non si riconoscano neppure i tanti amici che hanno sostenuto la candidatura di Rino Lamarucciola alla carica di presidente provinciale, in questa parodia di partito che Tatarella fa di Futuro e libertà. Di questo passo – conclude Mainiero – non ci sarà né futuro né libertà e il radicamento territoriale resterà nulla di più che uno slogan da comparsate televisive e comunicati stampa”.
La Redazione
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