Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Feb 02, 2018 Redazione Politica 0
L’UDC della Provincia di Foggia si esprime in merito alla spinosa questione dei dipendenti dell’Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali
“Si continua a perdere tempo e a prendere in giro decine di persone che attendono una risposta al loro futuro lavorativo. Inutile nascondersi dietro le questioni burocratiche e i tempi tecnici degli uffici regionali. Dall’assessore e dal commissario ci aspettiamo ben altro impegno per i lavoratori ARIF , che da oltre un anno non riescono ad avere certezza nella salvaguardia del proprio posto di lavoro”. Così l’UDC della Provincia di Foggia si esprime in merito alla spinosa questione dei dipendenti dell’Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali.
“Non si può rinviare una decisione che si attende da tempo. I dipendenti dell’ARIF, rimasti senza lavoro, hanno diritto ad avere una risposta seria e un provvedimento concreto e non rimanere in sospeso e in balìa delle promesse di una politica, che non riesce ad essere responsabile e all’altezza dei ruoli ricoperti”.
“Il commissariamento dell’agenzia doveva andare nella direzione di risolvere i problemi anche dei dipendenti, non creare una nuova poltrona da occupare, nominando gli amici e aumentare il controllo di una parte politica sugli organi regionali. L’ARIF non è ad appannaggio di qualcuno, che può usare l’agenzia come meglio crede, continuando a prendere in giro i lavoratori. L’ARIF, lo voglio ricordare, è un’agenzia che usa fondi dei pugliesi e che deve avere sempre presente la migliore amministrazione del bene ricevuto in gestione”.
“L’ARIF non è proprietà di qualcuno che non risponde a nessuno e si muove secondo logiche in contrasto con le finalità dell’agenzia”.
E poi un invito rivolto all’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia: “Bene farebbe l’assessore Leo Di Gioia a richiamare all’ordine il commissario Domenico Ragno e mettere fine a questo balletto delle responsabilità che lascia a bocca asciutta e con le tasche vuote decine di lavoratori. Se Di Gioia non interviene vuol dire che la situazione che si è creata è di suo gradimento e che della sorte di decine di lavoratori non gli interesse un fico secco. Posizione legittima, ma che avesse almeno il coraggio di manifestarla a viso aperto, così da non continuare a illudere i lavoratori e continuare, invece, a sperperare il denaro pubblico per la gestione commissariale dell’ARIF”.
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