Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Ott 03, 2017 Redazione Resto Indignato 0
“Basta fare un giro per le strade secondarie che portano ai ghetti per rendersi conto del traffico di mezzi con cui si spostano impunemente i caporali senza incontrare una sola pattuglia delle forze dell’ordine
“I ghetti non esisterebbero senza il caporalato, senza una organizzazione illegale che permette di trasportare centinaia di persone ogni giorno dalle “banlieù rurali” auto costruite al posto di sfruttamento, spesso situato a decine di chilometri di distanza a sostegno di un’economia drogata, sostenuta con salari da fame e assenza di sindacalizzazione”. Così Giorgio Cislaghi del Circolo Che Guevara Foggia descrive lo scenario che tutti possono osservare tra le campagne di San Severo e Rignano Gargano.
“Basta frequentare, anche occasionalmente, le strade secondarie delle nostre campagne per accorgersi del via vai di furgoni stracarichi di braccianti, strade da cui non è raro, anche in questi giorni, vedere gruppi di immigrati dediti ai lavori agricoli”.“Visitando il “Camping Gran Ghetto” – continua Cislaghi – salta subito all’occhio la gran quantità di “mezzi di trasporto” a disposizione dei novelli Caronte di braccianti, mezzi spesso vetusti, mezzi spesso con targa straniera che circolano indisturbati sulle strade”.
“Quanti controlli sono stati fatti sulle strade per controllare questi veicoli?” Si chiede l’esponente del Circolo politico. “Quanti veicoli sono stati trovati senza assicurazione obbligatoria e senza la revisione di legge?”
“Si resta senza parole per l’impunità con cui dai ghetti possono spostarsi i caporali. Si resta senza parole vedendo come i novelli Caronte fanno manutenzione delle strade nei pressi del ‘camping Gran Ghetto’ coprendo le buche stradali con materiale di risulta da demolizioni edilizie. Eppure tutte le forze di Polizia, statale e locale, possono fermare e controllare i veicoli che transitano verificando assicurazione e revisione in tempo reale con i normali strumenti informatici in dotazione (basta uno smartphone e un’app per farlo)”.
“Se è vero che i corpi di Polizia Statale sono sotto organico e, in questo periodo, super impegnati nei controlli del territorio dopo gli ultimi omicidi di mafia, cosa impedisce il coinvolgimento delle Polizie Locali nel controllo e repressione degli spostamenti dei caporali? A parte i piccoli comuni, spesso con un organico irrisorio di agenti di Polizia Locale, cosa impedisce ai comuni più grandi (Foggia, Manfredonia, San Severo, Cerignola, Lucera) di estendere i controlli, coordinandosi con i corpi di Polizia Statale, anche alle strade rurali? Basterebbe una pattuglia per comune impiegata poche ore al giorno per contrastare efficacemente il caporalato. Non farlo è solo segno di poca attenzione al fenomeno illegale”.
“Permettere ai caporali di spostarsi impunemente non è che una faccia dell’economia illegale che chiamiamo caporalato, un’economia che avrebbe bisogno di altra definizione. Una cosa sola è certa: senza impunità negli spostamenti non ci sarebbe caporalato e ghetti o, almeno, il fenomeno non avrebbe le dimensioni intollerabili che ha ora nella nostra provincia”
“Quali siano i livelli d’illegalità nei ghetti ce lo raccontano gli scarsi articoli di cronaca. Risse, incendi, accoltellamenti che solo occasionalmente trovano spazio sui giornali. Spesso questi eventi sono patrimonio solo di chi vi assiste fortuitamente a dimostrazione di una “normalità inaccettabile” per una società che si vuol definire civile”.
“E’ ora che lo Stato, in tutte le sue espressioni, chiuda i ghetti – conclude Cislaghi – cominciando dal “villaggio turistico Gran Ghetto” gestito da sfruttatori di braccianti migranti, che si adoperi per sequestrare i mezzi usati per il trasporto illegale di manodopera riaffermando la supremazia della legalità sull’illegalità e il malaffare, humus su cui crescono e si fortificano le mafie vecchie e nuove. Regione Puglia, tramite il suo Presidente e il rimpianto Stefano Fumarulo, lo chiedono da anni, è ora che lo Stato dia risposte concrete, continuative e non occasionali buone solo a far titolo sulle stampa e nulla più”.
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