Ultimo aggiornamento 17 Dicembre 2021 - 13:38
Ott 09, 2014 Redazione Salute 0
I numeri parlano chiaro. Mentre diminuiscono i casi di mortalità causata da infarto, aumentano i casi di infarto tra i giovani. Tra le cause principali c’è l’uso, sempre più frequente tra le fasce di età più giovani, di cocaina.
L’allarme arriva dalla Siprec, la Società Italiana di Prevenzione Cardiovascolare che segnala come la mortalità da infarto oggi sia al di sotto del 5%, segnando così un importante passo in avanti rispetto al passato. Preoccupa però la crescita dei casi di infarto giovanile associato in particolare al consumo di cocaina.
“Purtroppo l’incidenza dell’infarto nei giovani è in aumento– spiega il professor Bruno Trimarco, presidente Siprec – a causa dell’uso sempre più frequente di sostanze come la cocaina”.
Perché l’uso di cocaina può provocare l’infarto? La cocaina, come precisa Trimarco, è un potente vasocostrittore coronarico, il ché significa che può causare infarto del miocardio e aritmie gravi, come per esempio la fibrillazione ventricolare. E’ la sostanza che determina l’effetto vaso costrittivo più intenso.
I danni da cocaina non riguardano solo il cuore:
“I soggetti che fanno uso di cocaina per inalazione – aggiunge Trimarco – oltre ad essere come tutti esposti all’infarto, hanno frequentemente problemi legati anche al naso. L’uso di questo potente vasocostrittore, infatti, determina zone di necrosi proprio a livello delle narici nasali”.
L’infarto giovanile è associato anche a fenomeni infiammatori delle coronarie come succede nei casi di influenza per una coronarite virale:
“In realtà questo discorso va collegato a quello del vaccino – chiarisce il presidente della Siprec – nel corso degli anni si è sviluppata nei suoi confronti una certa diffidenza, dunque si è ridotta la percentuale di soggetti che vi si sottoponevano. Di conseguenza, questo ha portato più spesso gli adolescenti a influenze e complicanze gravi come l’infarto”.
In sostanza si è abbassata l’età tipica dell’infarto: se anni fa un infarto poteva verificarsi dopo i 50 anni, oggi colpisce sempre più frequentemente soggetti tra i 30 e i 50 anni. Ad abbassare l’età, oltre all’uso di sostanze come la cocaina, hanno contribuito anche altri fattori come la vita più stressante, il cambiamento di abitudini igienico – dietetiche, i cibi ‘spazzatura’ (ricchi di colesterolo e acidi grassi) e la riduzione dell’attività fisica.
Colpevole anche la crisi. A tutto questo, fa notare Trimarco, si è aggiunta un’altra causa che sta contraddistinguendo questi anni: la crisi economica.
“Quest’anno come Siprec abbiamo pubblicato uno studio in cui si vede chiaramente come la crisi abbia portato ad una maggiore preoccupazione per gli aspetti economici, facendo ridurre l’attenzione nei confronti del proprio benessere fisico. Naturalmente chi ha perso il lavoro non pensa ad iscriversi in palestra, sia per una questione materiale legata ai soldi sia per una psicologica legata ad una sorta di depressione”.
Come prevenire l’infarto? Il consiglio del Presidente della Siprec riguarda soprattutto l’alimentazione:
“L’apporto calorico deve essere proporzionato al consumo. Un importante determinante del rischio cardiovascolare, infatti, è l’obesità: oggi purtroppo sta aumentando soprattutto nei giovani, i quali mangiano peggio e fanno meno attività fisica. Dunque – conclude Trimarco – quello che consiglio è dieta sana e una sana corsetta”.
La Redazione
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